SMS: A Collection of Original Multiples Selection from No 1-6 | February-December 1968
3 Ottobre 2024Marcello Dudovich Unfinished. Passioni mute 1920 – 1930
18 Ottobre 2024Nell'ambito de L'Archivio Animato, Fondazione Cirulli è lieta di presentare la nuova sezione espositiva dal titolo La nascita della città moderna.
Le rivoluzioni politico-sociali e materiali hanno prodotto repentine accelerazioni nello sviluppo del Paese e hanno contribuito a creare degli spazi di progettazione e di intervento creativi che da una parte si sono inseriti nel contesto di discussione internazionale - con il razionalismo, per esempio - e dall'altra hanno dato il via ad una azione di recupero delle forme del passato, secondo una logica di spostamento e “condensazione”, che sono all'origine di nuove forme teoriche e progettuali (postmodernismo).
La città e le sue architetture diventano una delle cifre di questa modernità che procede con movimenti di proiezione utopica, colma di ansia progettuale ma anche di remore anti-moderne.
La mostra propone una lettura breve ma intensa e multiforme dell’immaginario architettonico e urbano nella cultura italiana della prima metà del secolo scorso, recuperando le proposte più significative provenienti dall’architettura e dalle arti figurative.
La città moderna delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti, delle fonderie, delle ciminiere delle fabbriche, dei gasometri e delle periferie disegna e fissa il nuovo volto urbano del Novecento. È “La città che sale”, che cresce su se stessa, rinnovandosi e rinnovando insieme la società e gli uomini che la compongono.
Gli artisti vivono la metropoli come un “organismo” vorace, indifferente nel suo continuo e incessante sviluppo, oppure la vedono come una gioiosa “macchina pulsante” da lanciare a tutta velocità verso l’avvenire.
Sulla scia della rivoluzione futurista del primo decennio del ‘900, gli architetti razionalisti italiani cercheranno di costruire concretamente il “futuro-presente” cercando di rispondere alle nuove esigenze imposte dalla modernità. Le città diventano così laboratori di sperimentazione di nuovi linguaggi urbanistici e architettonici dove il cemento, il ferro e il vetro assolvono al doppio compito di funzionalità e di bellezza.