Cut & Paste

Fotocollage tra Dada e Futurismo

dal 03/02/2023 al 05/02/2023

Arte Fiera, Bologna Fiere, Pad. 26 Stand B70


La selezione di una quarantina di opere - tra collage e fotocollage - dalla Collezione di Fondazione Cirulli vuole essere una breve riflessione nell’ambito della ricerca visuale che ha appassionato le avanguardie dagli anni ’10 agli anni ’30 del secolo scorso, quando la continua sperimentazione formale ed estetica ha condotto alla ricerca di nuove tecniche espressive che annullassero ogni richiamo al passato, giungendo  fino negare la manualità della pittura a favore della scelta di materiali poveri ed effimeri, come ritagli fotografici e frammenti di giornale, assemblati in una composizione apparentemente senza senso ma che, in realtà, tiene conto solo della sensibilità dell’artista.

E’ questo il caso di Raoul Haussmann, Kurt Schwitters e Hannah Höch, artisti del Dada-Berlin, movimento con orientamento di sinistra e fortemente impegnati sul piano politico, per i quali il collage sembra diventare la soluzione espressiva perfetta per esprimere il disagio nei confronti della società industriale di allora, capace di promettere benessere ma di condurre il mondo alla guerra.

Nei lavori futuristi, l’utilizzo del fotocollage rappresenta, invece, il tentativo di annullare ogni richiamo al passato e di celebrare la modernità  attraverso  l’esaltazione delle innovazioni tecnologiche come la macchina e l’energia vitale che da essa sprigiona il dinamismo e la velocità.
Fra gli artisti che prediligono l’uso del collage e del fotomontaggio presenti in collezione spiccano Bruno Munari e Thayath soprattutto in ambito editoriale e pubblicitario e Vinicio Paladini, fra i primi in Italia ad usare la tecnica del collage e del fotomontaggio.

Una sezione è dedicata a Jean Cocteau, una delle figure più in vista dell’avanguardia parigina nel periodo fra le due guerre. Dotato di un talento multiforme fu poeta, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, regista e attore, sperimentando tutte le tendenze artistiche di quegli anni.

Per l’installazione delle opere abbiamo prediletto, anche quest’anno, lo spazio tridimensionale liberamente ispirato al Proun di El Lissitzky, che moltiplica la superficie espositiva  e ci consente di valorizzare la molteplicità della Collezione, al quale fa da contraltare la superficie piana delle pareti che ospitano le opere dei dadaisti.